Presentazione Squadre 2021: Team Qhubeka Assos
Per il secondo anno di fila, la prima e unica squadra africana del WorldTour è stata al centro di grandi mutamenti. Salvata in extremis dalla chiusura grazie all’arrivo dei nuovi sponsor, che hanno fatto sì che il nome del team cambiasse nuovamente, passando da NTT Pro Cycling a Qhubeka Assos, la formazione fondata da Douglas Ryder ha operato anche in questa stagione un profondo rinnovamento della rosa, che durante il CicloMercato ha sì visto l’addio di ben diciannove corridori, ma anche diciassette nuovi innesti e la conferma di alcuni protagonisti del 2020. Un roster che si presenta comunque competitivo nonostante sia stato costruito in tutta fretta, formato da diversi uomini in cerca di riscatto e da altri che tenteranno di avvalorare quanto di buono fatto lo scorso anno, con l’obiettivo di lottare e di essere protagonista su tutti i fronti.
Gli uomini più attesi
Considerate le ottime prestazioni della scorsa annata, uno dei corridori della formazione sudafricana più attesi in questa stagione è certamente Giacomo Nizzolo. Il velocista brianzolo, campione italiano ed europeo in carica, nel 2020 ha conquistato quattro vittorie e numerosi piazzamenti di alto livello, dimostrando una volta di più di poter battere i migliori sprinter del mondo e di poter essere competitivo anche nelle giornate più mosse, oltre che in alcune classiche del Nord. Il nuovo anno vedrà il 31enne tentare di confermarsi per puntare a quella vittoria di prestigio che nobiliterebbe un palmares già eccellente, con il mirino puntato principalmente sulla Milano-Sanremo e su un successo di tappa in un Grande Giro, entrambi obiettivi sicuramente alla sua portata visti i risultati ottenuti di recente.
Un altro membro della Qhubeka Assos che sicuramente avrà i riflettori puntati addosso è il neoarrivato Fabio Aru. In questa nuova avventura nel WorldTour, il sardo cercherà di mettersi alle spalle il burrascoso addio alla UAE Team Emirates e le vicende che hanno caratterizzato i suoi tre anni con la compagine emiratina, condizionati anche da diversi problemi fisici, nel tentativo di ritrovare quel corridore in grado di vincere tappe e indossare le maglie di leader di tutti e tre i GT (oltre che di conquistarne uno, la Vuelta a España 2015). L’obiettivo del Cavaliere dei Quattro Mori per questa stagione è principalmente quello di recuperare la serenità e la voglia di divertirsi in bici, mentre per quanto riguarda i programmi, che non sono stati ancora svelati, c’è la possibilità di vederlo al via tanto del Giro d’Italia (dal quale manca da tre anni), quanto del Tour de France.
Per le gare a tappe e i Grandi Giri, l’altro uomo di classifica del team sarà ovviamente Domenico Pozzovivo. Autore di un ottimo 2020 nonostante i vari incidenti e problemi di cui è stato sfortunato protagonista nell’ultimo anno e mezzo, lo scalatore lucano ha dimostrato di poter essere ancora competitivo nelle tre settimane, tanto da sfiorare la top ten all’ultimo Giro d’Italia. Proprio la Corsa Rosa sarà, con tutta probabilità, l’obiettivo numero uno del 38enne, che potrebbe essere al via con il ruolo di capitano unico se Aru optasse nuovamente per il Tour de France, oppure di co-capitano se anche il sardo scegliesse il GT italiano, con la possibilità in quest’ultimo caso per Pozzovivo di giocarsi comunque le proprie carte a seconda dell’andamento della gara.
Con la possibilità di fare classifica nelle varie gare a tappe, oltre che di andare a caccia di successi parziali, c’è anche il colombiano Sergio Henao, che come Aru ha lasciato la UAE Team Emirates dopo un paio di annate poco brillanti. Capace in passato di ottenere buoni risultati in prima persona, come la vittoria alla Parigi-Nizza 2017, il 33enne potrà altresì mettersi al servizio dei compagni di squadra nelle giornate più dure, ma anche essere protagonista nelle classiche vallonate. In quest’ultimo caso, avrà la possibilità di condividere la scena con un altro nuovo membro del team, l’australiano Simon Clarke, solido corridore in grado di competere su percorsi intermedi grazie ad una buona resistenza in salita e ad un discreto spunto veloce, che ne fanno anche un valido cacciatore di tappe e un prezioso gregario per i capitani.
Tra coloro che possono andare a caccia di successi parziali nelle giornate più movimentate ci sono anche l’ex Movistar Carlos Barbero, autore di qualche buon piazzamento nel 2020 e, soprattutto, il 25enne Robert Power. L’australiano, che al suo passaggio nel professionismo nel 2016 veniva considerato come uno dei corridori più promettenti della sua generazione, ha faticato ad emergere in questi anni, anche per colpa di qualche problema fisico, ma talvolta è stato in grado di sfoderare buone prestazioni, sia in salita che nelle classiche collinari. In questa sua nuova avventura alla Qhubeka Assos, l’ex Sunweb dovrebbe avere la possibilità di correre con maggiore libertà, in modo da poter finalmente mettere in mostra le proprie qualità e, magari, ritrovare quel talento che aveva contraddistinto le sue stagioni da Under 23.
Qualche successo per la formazione sudafricana potrebbe arrivare poi da un corridore come Victor Campenaerts, sebbene nell’ultima annata il belga non abbia conquistato alcuna vittoria. Il 29enne è stato comunque protagonista di diversi piazzamenti, quasi tutti nella sua specialità prediletta, la cronometro, dove ha conquistato un bronzo europeo e un secondo posto nella tappa finale del Giro d’Italia alle spalle solamente di uno strepitoso Filippo Ganna. Prove contro il tempo che, ovviamente, continueranno ad essere nel mirino del detentore del Record dell’Ora, che ha annunciato però l’intenzione di cimentarsi per la prima volta in carriera in alcune classiche del pavé, per dimostrare di essere più che un semplice cronoman. Il belga, inoltre, sarà importante gregario per i capitani nelle gare a tappe, con la possibilità di cercare un sigillo personale in alcune giornate, magari tentando una fuga da lontano.
Oltre a Giacomo Nizzolo, per le volate la squadra potrà fare affidamento su altri tre uomini dotati di un buono spunto veloce. Il primo è il tedesco Max Walscheid che, dopo aver conquistato due tappe al Tour de Langkawi nella prima parte del 2020, dopo il lockdown ha fatto più fatica a trovare la condizione, concludendo comunque al decimo posto lo sprint sugli Champs-Élysées al Tour. Nonostante il programma del 27enne non sia ancora noto, sicuramente non mancheranno per lui le occasioni per brillare in questa nuova stagione. Il secondo è Reinardt Janse van Rensburg, corridore veloce autore di diversi apprezzabili piazzamenti lo scorso anno, che solitamente riesce a dare il meglio soprattutto al termine di giornate abbastanza mosse, oltre ad avere una buona esperienza nella classiche del Nord. Da molti anni una colonna del team, anche l’ex campione sudafricano avrà le sue chances nelle corse a lui più congeniali.
Più sprinter degli altri due è invece Matteo Pelucchi, che fa il suo ritorno nel WorldTour dopo un 2019 con la Androni condito da diversi successi e un 2020 con la Bardiani dove ha avuto poche occasioni per mettersi in mostra. Come da lui stesso dichiarato, in questa nuova avventura nella massima divisione il 31enne lombardo sarà l’uomo di fiducia dell’amico Nizzolo, in particolar modo all’interno dell’ultimo chilometro; tuttavia, vista la sua esplosività e le sue qualità, ci saranno sicuramente le possibilità anche per lui di mettersi in proprio in alcune corse, per tornare così ad alzare le braccia al cielo.
Un terreno per il quale il team africano sembra invece meno attrezzato è quello delle classiche del pavé. Persi corridori come Edvald Boasson Hagen e Michael Valgren, l’unico dei nuovi arrivati che pare in grado di poter competere ad alto livello a queste latitudini è Dimitri Claeys, che ha già concluso due volte nella top ten il Giro delle Fiandre, l’ultima proprio pochi mesi fa, quando il 33enne ha terminato al sesto posto la gara vinta da Mathieu van der Poel. Tuttavia, difficilmente il belga potrà contare sul supporto di molti compagni di squadra dato che, Janse van Rensburg a parte, quasi tutti hanno poca o nessuna esperienza in questo tipo di corse.
Le giovani promesse
Nonostante più di un terzo dei corridori in squadra abbia più di 30 anni, il che fa della Qhubeka Assos una delle formazioni con l’età media più alta del WorldTour, in rosa trova spazio anche qualche giovane promettente. Uno di questi è il neopro’ svizzero Mauro Schmid, che nell’ultima stagione ha corso con la Leopard Pro Cycling partecipando già a diverse gare professionistiche, ottenendo anche discreti risultati. A inizio anno il 21enne è stato infatti 18esimo al difficile Trofeo Serra de Tramuntana, replicando il risultato ad agosto in classifica generale al Giro della Repubblica Ceca, dove ha concluso al sesto posto la frazione conclusiva, mentre ha sfiorato la top ten finale al Giro del Lussemburgo. Attivo anche su pista, l’elvetico sembra a suo agio soprattutto sui percorsi vallonati (per quanto mostrato finora), ma in questa prima annata tra i grandi avrà sicuramente la possibilità di crescere e di fare esperienza per capire che tipo di corridore diventare.
Un altro neoprofessionista della squadra è il neozelandese Connor Brown, che la scorsa stagione ha corso per la NTT Continental, il team di sviluppo della formazione sudafricana. Abile in salita, come dimostra il terzo posto ottenuto nella settima tappa dell’ultimo Giro d’Italia U23, a Montespluga, il 22enne ha già avuto modo di testare le sue capacità nella categoria maggiore affrontando alcune gare dei pro’ nel corso dell’ultima annata, e nel 2021 avrà ovviamente la possibilità di fare ancora più esperienza sia nelle corse di un giorno che in quelle a tappe, dove sembra poter ottenere i risultati migliori.
Il terzo corridore che passerà professionista con la squadra africana è il ceco Karel Vacek, cresciuto ciclisticamente in Italia, dove ha corso per il Team F.lli Giorgi e per la Colpack-Ballan (con una parentesi in USA, alla Hagens Berman Axeon, due anni fa). Nel 2018, tra gli juniores, il classe 2000 è riuscito a dare del filo da torcere nientemeno che a Remco Evenepoel, battendolo in due tappe del Giro della Lunigiana e in una della Course de la Paix, mentre nelle due stagioni da U23 non è stato in grado di dare continuità a questi buoni risultati. Corridore completo, il 20enne è riuscito comunque a fare il salto nel WorldTour, e ora avrà la possibilità di maturare con calma per arrivare a essere quell’uomo da gare a tappe che in molti pronosticano possa diventare.
Per il danese Andreas Stokbro, invece, quella 2021 sarà la seconda stagione nel WorldTour, ma in realtà si tratterà praticamente della prima, dato che lo scorso anno è riuscito a mettere insieme solamente quattordici giorni di gara. Corridore resistente ma veloce, nel 2019 il 23enne aveva già ottenuto diverse top ten in alcune gare professionistiche, oltre a conquistare il Giro delle Fiandre U23, dimostrando quindi abilità anche su un terreno dove avrà di certo la possibilità di fare esperienza considerando i pochi corridori da pavé in seno al team.
La squadra
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